Cara Mammina,
Siamo qui riuniti, a panza bella piena, per festeggiare il tuo ottantesimo compleanno.
Non è una cosa da tutti i giorni, capita solo una volta nella vita.
Sappiamo che hai avuto una vita non semplice, molte volte divertente però con degli inciampi belli grossi, lo sappiamo tutti ma tu hai superato quasi indenne tutte le difficoltà.
Perché sei tosta! Sei un faro di sicurezza acceso nella notte più buia, trasmetti affidabilità!
A questo punto non si può far altro che prenderti a esempio e dire: ce l’ha fatta lei quindi posso tentare, quantomeno tentare, di farcela io!
Grazie per tutto quello che hai fatto per noi tutti, lo dico a nome di tutti quelli che hai aiutato in un modo o in un altro e a tutti questi hai trasmesso il tuo amore.
Te ne rendiamo merito ogni giorno.
Ora goditi questa torta con francescana serenità, ti vogliamo bene!
Il tuo buteletto e tutti gli altri che sono tanti.
Buongiorno,
mi chiamo Massimo Neriotti, ho sessant’anni e abito a Torino. Vorrei segnalarvi una cosa scandalosa visto che stiamo in Italia e non a Bangalore India e che siamo nel 2022 e non a cento anni fa.
Percorro più volte a settimana Via Tirreno, l’ultimo tratto poco prima di arrivare in Corso Orbassano. In quel tratto di strada la ferrovia che viene dalla Francia e arriva alla stazione di Porta Nuova corre circa quindici metri più in basso. Sulla sponda opposta a Via Tirreno ci sono disseminati rifiuti di ogni genere, addirittura due stendini, quei cosi che si usano in casa per stendere i panni ad asciugare. E poi tronchi di alberi ce ne sono a centinaia e altro pattume che non riesco a identificare.
Quello sarebbe il biglietto da visita per chi arriva dalla Francia o sta uscendo dall’Italia per andare nel paese d’oltralpe. Davvero questa è la situazione? Davvero volete dare ai turisti l’idea di essere degli arruffoni di questo livello? Mi vergogno io che quella linea non la uso mai ma posso vedere la “discarica” più giorni a settimana.
Davvero Trenitalia non ha una squadra che possa fare pulizia e piantare delle rose o alberi a piccolo fusto o siepi di bosso e dell’erba? Io sinceramente provo vergogna ogni volta che ci passo e non posso credere che Trenitalia se ne freghi di una zozzeria simile. E penso che situazioni di questo genere, tipo India, ci siano anche in altri tratti cittadini della ferrovia.
Vi prego, fate in modo che Torino sia bella e pulita, non ci vuole molto, solo un po’ di buona volontà.
Massimo Neriotti.
“Alla C.A. dell’Agenzia delle Entrate di Torino,
gentili signori, mi chiamo Massimo Neriotti, abito a Grugliasco in Via Fogazzaro 18, ho sessantuno anni e desidero dichiarare quanto segue:
ci sono due persone che conosco e che non posso definire amici, che evadono le tasse proponendo addirittura dei ragionamenti che, secondo loro, sono corretti.
Sono “pesci piccoli” ma di questi piccoli pesci in Italia ne esistono a milioni e sono loro che fanno colare a picco il nostro paese, oltre alle grandi imprese multinazionali, le solite.
Il primo che vorrei sottoporre alla vostra attenzione è un elettrauto, tale P.
La sua officina sta ******** praticamente di fronte a **********
Già quattro volte ho avuto necessità di un suo intervento, me lo ha eseguito ma non ha MAI emesso uno scontrino fiscale.
Inoltre traffica nel mondo delle motociclette che ripara e/o vende, tutto in nero, non emette mai una fattura o uno scontrino.
Mi ha fatto dei discorsi, molto contorti, secondo i quali lui fa bene a non fare gli scontrini eppure usa gli ospedali, le strade e tutto il resto.
L’altra persona della quale desidero dirvi è tale L.
Lei abita a B., al villaggio L., che è anche un grosso campo da golf.
Lei ha una casa signorile dentro il comprensorio e attorno alla sua abitazione possiede quattro/cinque mini appartamenti che affitta a chi ne ha bisogno per qualche mese. Agli affittuari non fa nessun contratto, niente, tutto in contanti e tutto in nero.
Lei stessa mi ha detto che mediamente, solo da quella “attività”, ricava circa duemilacinquecento euro al mese.
Duemilacinquecento entrano e non paga uno straccio di tassa, nulla. Se li mette in tasca e buonanotte.
Poi esiste una macelleria che fa una fatica tremenda a emettere scontrini. Si chiama Macelleria P. e sta in Via **** Torino.
Ci lavorano da anni sei/sette persone e con me e molti altri clienti ci provano a non emettere gli scontrini. Dopo tre/quattro volte che vado cominciano a far finta di dimenticarsene. Quando glielo chiedo mi dicono che c’è lo scontrino ma in realtà è solo quello emesso dalla bilancia e si giustificano dicendo che con tutte queste “carte” non si capisce più niente. Tutta gente che ha passato i cinquant’anni da un pezzo!
Mi pigliano pure per i fondelli.
Ora, voi siete pienamente coscienti del fatto che ce ne sono a migliaia di questi esercenti che, nonostante le tasse non pagate, usano le cose pubbliche senza nessun problema.
Allora mi domando: perché io invece devo pagare anche per loro?
E voi, non vi sentite presi in giro da tutta questa gentaglia?
Saluti e buon lavoro, fate giustizia.”
Gentile Dottoressa F,
mi chiamo Massimo Neriotti, non cestini questa mail, non voglio venderle nulla.
L’ho trovata per puro caso sull’internet qualche mese fa, un giorno le ho anche telefonato per capire come funziona una sua visita e lei mi ha chiesto un esame del sangue per capire come fossi conciato. A me è venuta la pecolla e non sono andato a fare nessun prelievo. Ci sono delle robe come andare in posta, in banca, dal commercialista, dal medico, che non ho voglia di fare.
Ho cinquant’anni da poco e mi sento male all’idea, ho una laurea in veterinaria e faccio il dentista per i cavalli, sono gloriosamente divorziato da tanto tempo e lo rifarei tutti i giorni, di divorziare; ho una feroce passione per le motociclette e infatti i miei amici non motociclisti mi considerano il solito cazzone non ancora cresciuto.
Ho dieci motociclette e due sole chiappe e questo i suddetti amici non motociclisti me lo fanno notare di frequente.
Immagino che si stia domandando perché le sto scrivendo questa mail.
Arrivo al sodo: sono arrivato a centodieci chili e non ne posso più. Sono alto solo un metro e ottanta. Un anno fa ne avevo dieci di meno e due anni fa altri dieci di meno.
Fino a due anni fa mi allenavo regolarmente in palestra, andavo in moto in fuoristrada, andavo anche un po’ in bici anche se non mi piace.
Il fatto è che poi sono capitate tante cose.
Ad esempio ho un figlio di sedici anni che mi fa incazzare come un toro.
Amo una donna, non quella dalla quale sono divorziato, che da due anni se ne è andata perché mi ama troppo ma questa è una storia che parte quindici anni fa, non posso ramenargliela adesso. E nemmeno più avanti.
Faccio un lavoro che mi piace molto ma non sopporto più la gente.
Lo scorso anno ho attraversato gli USA in moto, da solo, su un percorso di fuoristrada e tutti i giorni ci penso. Primo italiano ad averlo fatto in quelle condizioni.
Mio padre è morto a settembre e anche questo non aiuta.
Mando a stendere la gente molto in fretta.
Adoro cucinare e cucinare per gli amici.
Bevo poco alcol e solo in compagnia. Davvero poco.
Non fumo.
Non ho voglia di allenarmi anche se so bene che devo farlo, manca la lepre alla quale correre dietro, non ne ho voglia e ci sono mille scuse plausibili per non allenarsi.
Da circa un mese ho un acufeni bilaterale continuo, immagino che sia dovuto alla pressione alta. Non la misuro da anni ma ho la sensazione che sia alta.
Probabilmente sono in Sindrome Metabolica, non ne ho la certezza ma è molto probabile che sia così.
Insomma, nel volgere di poco sono diventato un rottame.
Questo non mi piace e sono a rischio di un botto.
Quando ero nel pieno dell’allenamento ed ero disperato perché quella là se ne era andata una prima volta, mi allenavo moltissimo, stavo a ottantacinque chili, disperato ma magro e molto in forma. Incazzato come una bestia, per altro.
La rassicuro sul fatto che tutto questo non è uno scherzo.
Bene, è evidente che devo fare qualche cosa.
Consideri che:
mi piace mangiare bene;
mi piace cucinare;
ho il gusto per il convivio;
non ho voglia di infilarmi in una dieta da spararsi nelle palle dal ridere;
ho poca voglia di tornare ad allenarmi e devo fare qualche cosa per tornare a un peso da cristiani.
Ah, non ho nemmeno voglia di andare a fare esami del sangue che so lei potrebbe chiedermi.
Bello, eh?
Bene, che facciamo?
Sono disponibile a un colloquio.
La saluto e mi scuso per il linguaggio un po’ colorito ma mi ricordo che al telefono ha una bella voce, non c’entra ma mi sono preso questa licenza.
Massimo Neriotti.
Mie care Elisabetta, Laura, Roberta e Daniela, mi chiamo Massimo Neriotti, ho sessant’anni e sono un veterinario da cavalli.
Abito a Torino. Mi rivolgo a voi definendovi care anche se non vi conosco ma ho ascoltato, due volte di seguito, il vostro podcast Orsa Minore che ho trovato su RaiPlay.
Meraviglioso, bellissimo, davvero. Mi sono commosso quando una di voi è scoppiata in lacrime parlando di orsi. Bellissimo è sentire l’afflato e l’ispirazione poetica che ci mettete quando parlate dei vostri orsi marsicani.
Comprendo appieno i problemi che avete con i cosiddetti “social” e davvero aveva ragione Umberto Eco quando diceva che prima dell’avvento di Internet, i deficienti andavano al bar, dicevano le loro assurdità, venivano insultati e se ne tornavano a casa mesti. Ora invece, di sicuro non leggono il post, un qualsiasi post, forse nemmeno guardano una foto ma stai sicuro che la loro opinione “ad minchiam” te la vogliono dare, anche se non richiesta.
E di sicuro il loro titolo di studio è la licenza di pesca, scaduta e smarrita da un altro pescatore. Oppure una licenza media trovata nell’uovo di Pasqua. Capitato decine di volte anche a me nel mio mestiere. Insomma, grazie per ciò che fate, farete e avete fatto, il vostro è un lavoro importate e bisognerebbe darvi ancora più denaro per le attività che conducete.
Ovviamente sono incazzato nero con la faccenda della povera Amarena, fucilata da un povero coglione col pisello cortissimo, che ha deciso di uccidere un’orsa senza domandarsi niente di niente. E ci sono tante persone vuote come lui, tante.
Persone adulte, con diritto di voto(!), che agiscono senza pensare alle conseguenze del loro gesto, a niente. Avete tutto il mio sostegno sincero. Al povero deficiente che ha fucilato Amarena non succederà nulla, d’altronde siamo in Italia mica in un paese civile. E adesso ci sono due cuccioli di sette/otto mesi spersi, senza la loro mamma che li avrebbe allattati ancora per un po’ e avrebbe insegnato loro di quanto è pericoloso l’uomo.
Il cosiddetto Homo sapiens. Se fossimo rimasti Neanderthal, sarebbe stato moltissimo meglio per tutti e il pianeta terra, meraviglioso, sarebbe ancora perfetto. Grazie ancora per ciò che fate, il vostro lavoro è davvero prezioso. Anche se non vi conosco vi voglio bene, davvero.
Saluti e tanti sorrisi.
Massimo Neriotti.
Buongiorno N*,
per prima cosa mi scuso tanto per aver usato il computer per scriverti ma la mia grafia è piuttosto brutta, meglio il computer anche se mi piacerebbe scrivere con la stilografica.
Ti incrocio ogni tanto in palestra e sei una gran bella donna!
Di te so pochissimo, il tuo nome di battesimo e basta.
Ti lascio questo biglietto e altri in futuro perché sono molto vergognino nonostante abbia superato da poco i cinquant’anni.
Spero di non averti disturbato.
Ciao. Massimo
29 marzo 2019
Egr. Dottor ******,
mi chiamo Massimo Neriotti, sono residente a Grugliasco (To) in via Fogazzaro 18. Ho sessant’anni, sono un veterinario, sono un po’ disabile grazie a un ictus che ho avuto nel giugno del 2013. Sono stato ricoverato presso la Casa di Cura e Riposo San Luca, a Pecetto Torinese, Strada Della Vetta 3, da lunedì 17 luglio a venerdì 21 luglio 2023, nel reparto di Nutrizione e Dietologia, primo piano. Ogni settimana dell’anno circa venti/ventidue persone con seri problemi di obesità e disabilità vengono ricoverati in quel reparto. Io e tutti gli altri pazienti abbiamo potuto riscontrare quanto segue: -I bagni NON sono a norma. Io e molti altri pazienti con me ricoverati non abbiamo potuto fare una sola doccia per paura di farci del male; -Non c’è la doccia ma solo una vasca, senza una tenda antispruzzi, quindi quando qualcuno abbastanza coraggioso fa una doccia allaga tutto il pavimento. I bagni sono fermi agli anni ’70; -Non esiste un solo maniglione per reggersi in caso di equilibrio precario, come nel mio caso e nel caso di tanti miei compagni di sventura; -A me hanno offerto l’aiuto di un infermiere per fare la doccia ma ho declinato l’offerta, se fossi scivolato non mi avrebbe retto visto che a occhio l’infermiere pesava intorno ai settanta chili e l’idea di fratturami un osso non mi piace, sempre che non accada di peggio. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se un paziente scivola in bagno, batte la testa e muore; -Il bidet può ospitare solo una persona sottopeso perché è francamente molto stretto. Molti dei ricoverati superavano i centonovanta chili; -Sedersi sul W.C. è per molti di noi un grosso rischio perché attorno allo stesso non esiste nessuna maniglia per reggersi, uno si butta sperando che vada tutto bene. Quando ci si deve rialzare ci si ritrova nella stessa situazione; -La ventola aspira aria c’è ma non funziona e non essendo presente una finestra dopo due minuti di permanenza all’interno del bagno l’atmosfera diventa come la Cambogia nel periodo dei Monsoni. Umido e caldo soffocante, per non parlare degli altri afrori…; -Scarafaggi. Ne abbiamo visti una cinquantina, ogni ospite della struttura ne ha visti una quantità incredibile, di giorno e di sera, io e tutti gli altri. Nelle camere, nei bagni, nei corridoi, in tutti i luoghi. Gli scarafaggi vengono dalle fogne. Ogni tanto viene un omino per la disinfestazione ma l’effetto dura un paio d’ore e poi riemergono dai tubi delle fogne. In quella struttura letteralmente si cammina schivando i “bacherozzi” che si trovano in terra; -Cimici. Quelle vengono da fuori, ne abbiamo viste tantissime, quelle marroni, nemmeno le ho contate, ma la struttura è in mezzo a un bosco; -Nel bosco vive una popolazione di cinghiali e relativi cuccioli che litigano ogni sera e ogni notte per i croccantini di una colonia di gatti che vive attorno alla struttura. Qualcuno lascia a loro disposizione dei gatti il cibo in piatti di plastica e tutte le notti si sentono le liti tra i diversi animali; -Le pulizie sono fatte sommariamente, qualcuno ha cronometrato due persone che in tre minuti hanno rifatto due letti e lavato il pavimento. Il concetto di spolverare non è stato compreso appieno; -Nel reparto e nelle stanze non c’è l’aria condizionata. Ho visto molti miei compagni sempre con la fronte imperlata di sudore. L’atmosfera è sempre rovente, ci si ritrova costantemente sudaticci e appiccicosi. L’unico momento di requie arriva verso le 23 e di notte si dorme ma dalle 9.00 in avanti le stanze diventano dei forni. Le persone sovrappeso hanno davvero bisogno di stare a temperature più umane; Per contro il personale è gentile e molto disponibile. Dalle infermiere, alla caposala, ai medici e al primario, il dottor *******, sono tutti molto preparati e accoglienti, su questo nessuno ha avuto niente da dire. Una domanda che tutti ci siamo fatti è la seguente: come ha fatto la Regione Piemonte a dare la convenzione alla Clinica San Luca se i bagni e le stanze non sono a norma e se c’è una vera e propria invasione di scarafaggi? E la locale ASL TO5? Non ha mai mandato degli ispettori per vedere se il posto è in regola? E i NAS? Mai entrati? Secondo tutti noi se entrano i NAS fanno chiudere tutta la struttura. E ci sono pure le sale operatorie in quella struttura… Questa situazione sta andando avanti da moltissimi anni e fino a oggi hanno avuto una fortuna sfacciata che nessun paziente si sia fatto male. Il mio bagno, in una casa di civile abitazione, è molto più a norma di quelli della Clinica San Luca. Allego alcune foto dei bagni compreso lo scarico della vasca da bagno semi intasato dai peli pubici e dai capelli lasciati negli ultimi mesi, ribadisco ultimi mesi, da quei pazienti coraggiosi che hanno tentato, sempre rischiando una scivolata, una doccia (non esiste nemmeno un tappeto antiscivolo). Ho dimenticato a casa gli asciugamani. Quello che mi hanno dato ha dell’incredibile. Per il viso mi hanno fornito la federa di un cuscino e qualora avessi tentato una doccia mi hanno dato un lenzuolo dei letti. Come tappeto antiscivolo mi hanno fornito una traversa di quelle che si mettono tra materasso e lenzuolo in caso di pazienti incontinenti. Questo è quanto avevo da dirle, prenda in fretta dei seri provvedimenti.
Saluti e buon lavoro.
AL PASTIFICIO CERLACCHIA DI BUDRIO (BO)
Cari Pastificio Cerlacchia,
mi chiamo Massimo Neriotti, abito appena fuori Torino e ormai ho belle che cinquantuno anni.
Vengo a voi perché tramite il Sig. Sorace abbiamo ordinato sette dei vostri kit anticrisi.
Come sapete sono sedici chili di pasta ripiena per ogni kit, offerti a un prezzo politico.
Li abbiamo anche consigliati ad alcuni amici risiedenti in Piemonte e in Liguria.
Direi che in totale dovreste aver venduto circa quindici-sedici dei vostri kit solo nel nostro giro di amicizie.
Bene, sia io che il Sig. Sorace abbiamo assaggiato tutti i vostri prodotti.
Come li abbiamo trovati?
Questa è la risposta: sanno tutti di pasta.
Mi spiego: i tortelloni e gli altri formati, alla carne, ai funghi, alla ricotta e spinaci e quelli ai formaggi non si differenziano tra loro. Hanno tutti lo stesso sapore, non cattivo, ma sanno solo di pasta.
Quelli ai funghi, ad esempio, dovrebbero avere un sapore intenso che deve ricordare i funghi e invece sanno solo di pasta.
Ora, mi immagino che aver superato di moltissimo le più rosee previsioni di ordini abbia messo l’azienda in difficoltà ma secondo noi la pasta deve sapere del ripieno indicato.
I funghi devono sapere di fungo, quelli alla carne devono ricordare la carne e così via.
Il Sig. Sorace ha scoperto la vostra iniziativa non so come, me ne ha parlato e mi sono subito entusiasmato. La vostra idea del kit mi era davvero molto piaciuta, la trovavo un’idea eccellente.
E poi c’era da salvare da licenziamento certo delle persone che andavano in mezzo a una strada e in questi ultimi anni sappiamo tutti quanto sia prezioso un posto di lavoro.
Ho fatto girare la cosa anche su Facebook e mi è costata un’espulsione da un gruppo che non tollera post che non riguardino l’argomento del gruppo.
La migliore qualità, un sapore che ne ricordi il contenuto, anche a un prezzo poco più alto, avrebbe reso famosa la vostra azienda, avrebbe lasciato un buon ricordo nelle persone, avreste ricevuto altri ordini.
Inoltre ho notato che il ripieno ha l’aspetto di un piccolo confetto, ed è molto compatto.
Si vede in trasparenza attraverso la pasta cotta oppure se ne trovano alcuni usciti dalla pasta stessa.
Ora, io faccio il veterinario per cavalli, non ho nessuna intenzione di insegnare a voi il vostro mestiere ma forse dovreste fare qualcosa per quei ripieni tutti uguali. Che tra l’altro si appiccicano ai denti e sono molto difficili da staccare.
Insomma, buonissima l’idea del kit ma vi siete fermati a quello.
Migliorate di molto il contenuto del ripieno e ve ne ordineremo degli altri altrimenti ci vediamo costretti a non farlo, mangiare pasta ripiena che sa solo di pasta non ha senso, compero dell’ottima pasta di Gragnano (NA) e me la tiro moltissimo.
Vi auguro buon lavoro e vi saluto.
Massimo Neriotti.
SOGNO
Gentile dottoressa S.,
ecco il sogno che ho fatto qualche notte fa.
Mi trovo seduto a tavola e davanti a me c’è un grosso piatto da portata con dentro una ventina di uccelletti delle dimensioni di un colibrì. Ma sono senza piume, senza ali, senza zampe, hanno solo un grosso becco che è colorato di arancione intenso. Gli occhi sono inesistenti.
Il loro corpo è color salmone chiaro, marezzato di bianco.
Comincio a mangiarne uno e dentro non ci sono ossa, solo una sorta di polpa compatta e soda, color salmone e bianco, come l’esterno.
Quando li mangio vedo che hanno una sorta di rachide centrale, tubolare, lo stesso colore del becco.
La loro “polpa” è soda, saporita, leggermente dolce, mastico con soddisfazione i becchi, scrocchiano sotto i denti.
Sanno di fiori di limone.
Ne mangio quattro o cinque.
Poi mi sveglio.
Cosa voglia dire non lo so.
Ho scritto di questo sogno su Facebook e alcuni amici mi hanno detto che devo trovare uno bravo che mi aiuti. Io una brava l’ho trovata, adesso tocca a lei.
Poi gliene racconterò un altro che però ho fatto nel settembre del 2010, quando ero felice e senza pensieri. E figo.
P.S.: le faccio i miei complimenti per la bellezza delle sue unghie, rendono le sue mani ancora più eleganti. Non ho avuto il coraggio di dirglielo ieri perché sono un po’ vergognino.
MI rendo conto che queste cose dovrei tenerle per me ma non resisto e allora gliele scrivo.
Cara Signora Panella,
mi chiamo Massimo Neriotti, ho cinquantuno anni, abito a Torino e faccio il veterinario per i cavalli.
Da un anno esatto non lavoro più per motivi di salute, sono a reddito zero e come quasi tutti i giorni guardo la sua trasmissione.
Ho notato che spesso e volentieri tra i suoi ospiti ci sono persone indagate o giudicate almeno in primo grado.
Ora, va bene che in Italia una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio, ma lei non trova che per ragioni di opportunità dovrebbero essere invitate le persone sane di questo paese?
Non trova che, sempre per ragioni di opportunità politica, dovrebbero stare nella sua trasmissione anche persone senza un lavoro?
Altrimenti ve la raccontate tra di voi che uno straccio di lavoro e anche fior di lavori, anche più di uno, lo avete; vorrei vedere i patrimoni dei suoi ospiti, molto probabilmente persone che non sanno nemmeno cosa sia essere senza un lavoro. Discutono di cose che non conoscono, come fanno a parlarne con così tanta professionalità?
Non trova che invitare gente come Formigoni squalifichi la sua trasmissione? Come lui anche Fitto, e compagnia cantante.
Insomma, ha capito cosa voglio dire, se lei mettesse un filtro agli invitati per cui non entrano le persone con la fedina penale anche solo temporaneamente impolverata, secondo me ne guadagneremmo tutti.
E ancora, perché non fa domande che possano mettere in difficoltà i suoi ospiti? Se non avessero nulla da nascondere risponderebbero sereni e secondo me e i miei amici molti dei suoi ospiti hanno molte cose che è meglio che in giro non si sappiano, nulla di illegale ma sarebbe imbarazzante se diventassero più pubbliche di quello che già sono.
Perché, ad esempio, non chiede a un suo ospite de Il Nuovo Centro Destra, perché abbiano candidato un come Scopelliti, ex governatore della Regione Calabria, messo lì col consenso assoluto dell’ndrangheta?
Magari lei non lo sa ma in Calabria non si elegge un solo politico senza il consenso dell’ndrangheta. Non lo dico io, lo dice il mio amico P., residente in Piemonte dal 1975 ma nato a R. in Calabria. Il quale ha ereditato una casa nel centro di R. e non riesce a venderla perché se i mafiosi sanno che è in vendita, fanno un’offerta da pochissimo e nessun altro si permette di farne un’altra.
Sono circa quindici anni che quella casa non viene abitata né venduta. Il mio amico P. sta seriamente pensando di donarla all’associazione Libera.
Consideri che sto esprimendo un concetto che non penso solo io, sono stato scelto, quale autore di questa mail, da un gruppo di amici ieri sera a cena mentre parlavamo proprio di questi argomenti.
La saluto e le auguro buon lavoro.
Massimo Neriotti